James Hinchcliffe (vincitore e analista della gara IndyCar): Giudicare le capacità di un pilota da corsa è più difficile di qualsiasi altro tipo di atleta utilizzando dati quantitativi. Ci sono così tanti elementi fuori dal controllo del conducente che rendono la valutazione diretta piuttosto impegnativa. Quante vittorie o titoli si ottengono spesso non racconta tutta la storia.
Ho sempre pensato che la misura più vera di un guidatore sia il modo in cui lo valutano i suoi compagni guidatori. Se dovessi fare un sondaggio non solo nel paddock della F1, ma anche negli sport motoristici professionali a livello globale, il nome di Alonso apparirebbe in molte liste dei “top”, inclusa la mia. Il suo controllo dell’auto, la sua abilità nelle corse, l’instancabile etica del lavoro, la versatilità in molteplici discipline e, a volte, il desiderio selvaggio di vincere lo rendono qualcuno che molti ammirano e rispettano.
Dai primi giorni alla Minardi, agli sforzi giganteschi dei suoi titoli nel 2005 e 2006, fino al quasi riportare un campionato alla Ferrari, mi è piaciuto osservare la sua maestria nel motorsport in F1 e oltre. E nessun successo mi colpisce tanto quanto il suo trionfo nel 2005 a Imola in una battaglia titanica con Michael Schumacher.
Mentre si avvicina a questa pietra miliare del 400° Gran Premio, si pensa non solo ai suoi successi, ma anche ai suoi quasi incidenti e al suo arrivo intempestivo nei team, e si spera che la nuova e migliorata Aston Martin, scritta da Newey, possa offrirgli il tanto atteso: e molto meritato: il terzo titolo mondiale.