La stagione di Luis Enrique alla Roma è stata un progetto ambizioso e audace che non è mai decollato e alla fine è diventato l’esempio perfetto di quanto possa essere emotivamente faticoso allenare un club italiano.
Il futuro vincitore di serie del Barcellona e della Spagna ha vissuto una stagione torrida nella capitale italiana, chiudendo con un deludente 7th con il Giallorossi in Serie A e si dimetterà a fine stagione perché si sentiva”molto stanco.”
Riuscì comunque a mostrare qualche spiraglio sulle cose belle che sarebbero arrivate nella sua carriera da allenatore, soprattutto il 12 febbraio 2012, quando la Roma annientò i resti dell’Inter Triplettasquadra vincente con il punteggio di 4-0.
Probabilmente la partita più bella della fugace era di Luis Enrique alla Roma, ha visto il contributo inaspettato di due giovani giocatori come Fabio Borini e Bojan Krkic, che sembravano entrambi destinati ad avere un forte impatto sul mondo del calcio ed entrambi non sono riusciti a essere all’altezza. clamore che li circonda. Sì, proprio come il progetto del loro allenatore alla Roma.
Ma andiamo con ordine.
Nell’estate del 2011, un’ondata di emozioni calcistiche elettrizzò la parte giallorossa della capitale italiana. L’era dei Sensi era appena giunta al termine alla Roma quando Rosella Sensi, figlia del presidente di lunga data Franco, vendette il club a Thomas Di Benedetto, il primo di altri proprietari statunitensi a venire.
La prima mossa di Di Benedetto è stata sintomatica delle sue sfacciate ambizioni: allenare il Giallorossi per la prossima stagione scelse l’allora 41enne elettricista asturiano che non aveva ancora esperienza sulla panchina della prima squadra.
Ex giocatore del Barcellona, Luis Enrique si era fatto le ossa come allenatore BlaugranaLa squadra B della squadra spagnola Seconda Divisione. L’intento di Di Benedetto era tanto rischioso quanto attraente: nel GiallorossiSecondo la visione gestionale di Luis Enrique, seguirebbe le orme di Pep Guardiola, un altro ex Blaugrana leggenda che ha iniziato la sua carriera da allenatore anche nel Barcellona B prima di essere improvvisamente catapultato in prima squadra e raggiungere i risultati che tutti conosciamo…
La nomina di Luis Enrique è stata seguita da un grande sconvolgimento del roster che ha portato a Roma un’orda di nuovi giocatori e ha rivoluzionato il mercato Giallorossi’formazione di s. Il fiore all’occhiello di una brillante campagna di mercato, sostenuta dallo stesso Luis Enrique, è stato il 21enne Bojan. È arrivato dal Barcellona in prestito dopo essere stato incautamente etichettato come “il nuovo Messi”, se non altro (e forse soltanto) perché aveva una leggera somiglianza fisica con la stella argentina…
Non è venuto da solo. Si è unito anche il portiere titolare dell’Olanda Maarten Stekelenburg, insieme alla 19enne stella argentina Erik Lamela. Miralem Pjanic è arrivato dal Lione e quello, col senno di poi, si sarebbe rivelato il miglior acquisto della Roma di quell’estate.
Il mercuriale Dani Osvaldo è stato riportato in Serie A per guidare l’attacco, insieme a questo giovane promettente italiano cresciuto nelle giovanili del Chelsea, il cui nome era Fabio Borini.
Infine, Gabriel Heinze del Marsiglia e Fernando Gago del Real Madrid sono stati ingaggiati per aggiungere una solida esperienza a un roster che, ovviamente, ha continuato a comprendere le leggende del club Francesco Totti e Daniele De Rossi.
Ce n’era abbastanza per gli appassionati Giallorossi base di tifosi per iniziare a sognare e infatti, in vista della stagione 2011/12, la Roma si annunciava come una possibile contendente al Scudetto insieme al Milan di Max Allegri, detentore del titolo, e ad una Juventus tutta nuova, allenata da Antonio Conte.
Ma le cose hanno preso presto una brutta piega per l’allenatore asturiano. L’inizio della stagione è stato assolutamente terribile quando la Roma è stata eliminata nei turni preliminari di Champions League, perdendo complessivamente 1-2 contro il modesto Slovan Bratislava.
Nell’andata, persa 0-1 dalla Roma, Luis Enrique ha schierato in panchina il beniamino dei tifosi Totti al posto di Stefano Okaka. Ma questo, come ha subito scoperto, non è qualcosa che si può fare alla Roma senza alienare la maggior parte dei tifosi.
Con la base di fan già in crescita irrequieta, il GiallorossiIl campionato di Serie A si trasformò presto in un estenuante ottovolante, con la Roma che alternava alcune buone partite a sconfitte più sconcertanti. Quando si prepararono ad affrontare l’Inter allo Stadio Olimpico il 12 febbraio, avevano toccato il minimo stagionale nel fine settimana precedente, vedendo il Cagliari rimontare e concludere un ribaltamento per 4-2.
L’Inter, d’altra parte, veniva da uno spettacolare 4-4 contro il Palermo, alimentato da un eccesso di Diego Milito.
Entrambe le parti ne avevano già praticamente abbandonato qualsiasi Scudetto ambizioni a quel punto come il Nerazzurri avevano anche la loro parte di problemi. La maggior parte dei giocatori sembrava vecchia, stanca e forse soddisfatta di aver vinto il triplete meno di due anni prima.
Gian Piero Gasperini è stato l’elettricista dell’Inter in vista della stagione, ma Sussulto è durato solo quattro partite in carica, durante le quali ha raccolto due sconfitte e un pareggio. Al suo posto arriva Claudio Ranieri, che proprio nella stagione precedente era seduto sulla panchina della Roma!
Ma anche se l’Inter stava vivendo una stagione poco brillante, non poteva aspettarsi di essere spazzata via così facilmente da una formazione romanista che per un giorno, un giorno solo, ha deciso di mostrare di cosa sarebbe capace, se tutte le stelle si fossero allineate.
La Roma ha chiuso una settimana che sarebbe stata già ricordata per una straordinaria nevicata che ha imbiancato la capitale italiana, con un sonoro 4-0 alimentato da una doppietta di Borini e da un fantastico gol di Bojan.
Ma è stato il difensore brasiliano Juan ad aprire le marcature dopo 13 minuti, di testa su calcio d’angolo battuto da Francesco Totti. Borini completa il bilancio della Roma nei due tempi, chiudendo sul 3-0 dopo appena 49 minuti di gioco.
La prima conclusione di Borini è stata una conclusione brillante su passaggio filtrante di Pjanic. Ha dribblato Walter Samuel e ha fatto cadere a terra l’ex sostenitore della Roma prima di infilzare la palla oltre Julio Cesar con una conclusione clinica di destro.
Quindi, ha raccolto un passaggio di 35 metri da Juan e ha superato il difensore centrale Lucio per battere nuovamente Julio Cesar. In quella stagione di Serie A Borini segnò nove gol in 24 partite. Se solo avesse continuato quella tendenza… (ma sfortunatamente non lo fece perché si sarebbe rivelato il migliore della sua carriera nel campionato italiano)
Con l’Inter che non mostrava segni di vita, c’è stato tempo anche per una di quelle storie meravigliose che abbondano in Serie A: il 18enne Giammario Piscitella ha impreziosito il suo debutto nella massima serie con un bel cross che ha propiziato il gol finale di il giorno.
Bojan Krcic ha raccolto il cross del giovane e ha dimostrato che, a parte i paragoni sconsiderati con Messi, aveva delle abilità mentre si faceva strada attraverso tre difensori dell’Inter prima di sparare la palla nell’angolo in basso a destra della porta del povero Julio Cesar. Per quanto riguarda Piscitella, ha collezionato solo altre sette presenze nella massima serie e ha trascorso gran parte della sua carriera nelle serie inferiori. Così passa la gloria del mondo.
Una volta terminato il massacro calcistico della giornata, lo spirito della Roma si è rinfrescato e la Giallorossi potrebbe ripartire nutrendo qualche speranza di conquistare almeno un posto in Champions League per la stagione successiva.
Ma è stata una breve illusione. Alla fine la Roma ha chiuso con un deludente 7th in classifica collezionando 14 sconfitte in campionato, comprese entrambe Derby della Capitale contro la Lazio. Finisce addirittura sotto l’Inter che nel frattempo aveva esonerato Ranieri e promosso il tecnico del Settore Giovanile Andrea Stramaccioni. La Juventus ha vinto la prima delle nove Scudetti di fila e lo ha fatto senza subire una sola sconfitta.
Non sapremo mai se il piano della Roma fosse quello di mantenere Luis Enrique in carica nonostante una stagione ben al di sotto delle aspettative, per usare un eufemismo. Ma, alla fine del campionatoè stato lo stesso tecnico spagnolo a fare un passo indietro e a rassegnare le dimissioni. La motivazione che ha dato era che era esaurito e aveva bisogno di un po’ di tempo per ricaricarsi.
L’amore viscerale dei romani per il loro club e la pressione schiacciante esercitata dai tifosi e dalla stampa locale sull’asturiano avevano messo a dura prova il suo equilibrio mentale. In effetti, Luis Enrique si è preso un anno sabbatico prima di rilanciare la sua carriera al Celta Vigo e poi approdare al Barcellona.
Ha affrontato nuovamente la Roma nella fase a gironi della Champions League 2015/16. Allo Stadio Olimpico è finita 1-1, partita nota per il fantastico tiro dalla distanza di Alessandro Florenzi. Nella gara di ritorno al Camp Nou, Luis Enrique spazza via il suo passato mentre il Barcellona batte in rete Giallorossi 6-1.
Nessun rancore, ma gli affari sono affari. A volte, devi solo uccidere il tuo passato per entrare completamente nel futuro.
PUNTEGGIO DELLA PARTITA
12 febbraio 2012 – Serie A 2011/12 Turno 21
ROMA-INTER 4-0
MARCATORI: 13′ Juan, 41′ Borini, 49′ Borini, 89′ Bojan
ROMA (4-3-3): Stekelenburg; Taddei, Heinze, Juan, Josè Angel; Gago (70′ Fabio Simplicio), De Rossi, Pjanic; Totti, Lamela (73′ Bojan), Borini (80′ Piscitella) (Lobont, Kjaer, Rosi, Greco) Allenatore: Luis Enrico | |
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INTER (4-4-2): Julio Cesar; Maicon (67′ Faraoni), Lucio, Samuel (46′ Cordoba), Nagatomo; J. Zanetti, Palombo, Cambiasso, Obi; Pazzini (46′ Poli), Milito (Castellazzi, Ranocchia, Chivu, Castaignos) Allenatore: Ranieri |
ARBITRO: Mr. De Marco from Chiavari
NOTE: Yellow Cards: De Rossi, Taddei, Juan (R), Maicon, Faraoni (I)